Giovedì 21 giugno ore 23.30 – Martedì 26 giugno ore 23.30 – Domenica 1 luglio ore 23.30
C’è un lago in Irlanda nelle cui acque verdi e limpide si riflettono gli alberi del bosco che lo circonda e il cielo.
In quel bosco, quando ancora era quasi del tutto incontaminato, nell’epoca in cui le persone vivevano solo con i mezzi che la Natura offriva loro, viveva un giovane uomo.
Ogni mattina si alzava alle prime luci del Sole per andare a tagliare la legna che avrebbe poi venduto ai villaggi più vicini.
All’ora di pranzo il giovane boscaiolo andava a sedersi su una grossa pietra in riva al lago per sbocconcellare il pezzo di pane e formaggio che si era por tato dietro/appresso, mentre contemplava in solitudine la quiete quel luogo magico.
Un giorno, affamato e stanco, andò al lago per pranzare, ma vide che il suo solito posto era cambiato: la pietra su chi sedeva sempre, era caduta in acqua. Decise di cercare un nuovo punto dove pranzare e si incamminò lungo le insenature del lago.
Si era appena seduto sotto un’alta quercia quando all’improvviso una risata cristallina infranse il silenzio.
Spaventato il ragazzo, si guardò intorno e ciò che vide lo lasciò senza fiato: due creature bellissime ed eteree volteggiavano sull’acqua, rincorrendosi e giocando senza neanche far increspare le onde.
Rimase lì a fissarle, dimentico di fame e stanchezza, fin quando esse si allontanarono.
Il giorno seguente il giovane tornò nello stesso posto, nella speranza di poter rivedere le fate, e una mezz’ora dopo il suo arrivo eccole tornare! Provò a chiamarle e salutarle, ma le due fatine fuggirono spaventate.
Così il ragazzo si trovò ogni giorno seduto sotto lo stesso albero a guardare la fate che giocavano, e ogni giorno quando le salutava loro fuggivano.
Poi ebbe un’idea: provò a offrire loro un pezzo del suo misero pasto, e la fata più giovane, incuriosita, si avvicinò, ma la sorella la trascinò via prima ancora che il ragazzo fosse riuscito a parlarle.
Andò così avanti per qualche giorno, poi il boscaiolo offrì alla fata più temeraria un bracciale di legno che lui stesso aveva intagliato. Lei prese il bracciale e fu nuovamente trascinata via dalla sorella.
Il giorno successivo, all’ora di pranzo, arrivò una sola fata, che il giovane non aveva mai visto. Lei si avvicinò senza timore e gli rivolse subito la parola.
F- Chi sei, per importunare le mie figlie così? B- Volevo solo parlare con loro.
F- Non ti è dato, umano.
B- Non volevo fare niente di male!
F- Che cosa vuoi da noi?
B- Mi sono innamorato…
F- Se sarai in grado di distinguere le mie figlie e riconoscere quella di cui dici di esserti invaghito, potrai sposarla, umano. E’ la mia unica offerta.
Il ragazzo acconsentì e osservò a lungo le due fate che giovavano, poi ne indicò una: portava il bracciale di legno che lui stesso aveva creato. Quel piccolo particolare lo aveva spinto a scegliere, e scelse bene.
La Regina delle Fate gli concesse la mano della figlia più giovane e i due, finché vissero insieme, furono felici.
- Sara Zanni – Regina delle Fate
- Rossella Pahor – Fata sposa
- Ambra Mezzalira – Fata sorella
- Andrea Tich – Il boscaiolo
- Stefano Bartoli – Voce Narrante
Coreografie di: Ambra Mezzalira
Testo e regia di: Kevin Taylor